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Studi sull'anoressia
Un recente articolo di Bulik e collaboratori esplora i motivi che, secondo le pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di anoressia, possono aver contribuito alla comparsa del disturbo
La presenza di importanti difficoltà familiari, eventi stressanti e pressioni da parte dell'ambiente sono tra i fattori causali più frequentemente riferiti dalle pazienti. Perdita di peso per una qualche causa, e soprattutto l'essersi messe a dieta sono gli antecedenti più immediati del disturbo.
Tozzi F, Sullivan PF, Fear JL, McKenzie J, Bulik CM. Causes and recovery in anorexia nervosa: The patient's perspective. International Journal of Eating Disorders, 2003 Mar;33(2):143-54
Blank e collaboratori descrivono un loro innovativo approccio multiprofessionale al disturbo. L'esito a distanza nel loro studio appare fortemente condizionato dalla precocità dell'intervento: cioè, tanto prima è posta la diagnosi e proposta una terapia, tanto migliore l'esito. Una rete familiare disfunzionale sembra allungare i tempi di recupero, e il riconoscimento di difficoltà familiari suggerisce l'opportunità di un ricovero. Secondo gli autori, comunque, il ricovero ospedaliero andrebbe per quanto possibile evitato, perché, a causa di dinamiche istituzionali, tende a prolungare i tempi del recupero funzionale (o forse, e anche, una indicazione al ricovero ospedaliero è indice di maggiore gravità del disturbo).
Blank S, Zadik Z, Katz I, Mahazri Y, Toker I, Barak I. The emergence and treatment of anorexia and bulimia nervosa. A comprehensive and practical model. International Journal of Adolescent Medicine & Health, 2002 Oct-Dec;14(4):257-60
Due articoli confermano la relativa uniformità sintomatologica dell'anoressia nervosa. Coloro che ricevono una diagnosi di anoressia nervosa sembrano manifestare la medesima sintomatologia, e condividere i medesimi fattori di rischio, in Oriente come in Occidente. In particolare, sia in Giappone che a Singapore, l'uso di strumenti di indagine conferma la sostanziale somiglianza delle sindromi di disturbo alimentare con quelle descritte nei paesi occidentali. Et pour cause, qualcuno direbbe: visto che i criteri che si sono affermati per la diagnosi, e gli strumenti psicometrici da essi derivati, nascono tutti nel mondo WASP anglo-sassone...
Nagata T, Oshima J, Wada A, Yamada H, Iketani T, Kiriike N. Temperament and character of Japanese eating disorder patients. Comprehensive Psychiatry, 2003 Mar-Apr;44(2):142-5
Ung EK. Eating disorders in Singapore: a review. Annals of the Academy of Medicine, Singapore, 2003 Jan;32(1):19-24
Due articoli infine sulla utilizzabilità di farmaci nella terapia dell'anoressia nervosa grave. Si tratta, in entrambi i casi, di studi in "aperto", cioè senza controllo del placebo e con conoscenza, da parte dei valutatori, del trattamento prescritto e della sua finalità, condizioni che tendono ad accrescere la possibilità di un giudizio eccessivamente favorevole al trattamento. Gli studi provengono, comunque, da gruppi serissimi, e abbastanza smaliziati. In uno studio del gruppo pisano coordinato da Giovanni Battista Cassano, basse dosi di aloperidolo, un ben conosciuto neurolettico, sembrano efficaci a potenziare la terapia standard per pazienti gravi. In un secondo studio, del gruppo che fa riferimento a Kaye, una autorità nel campo della psicobiologia dell'anoressia, è esplorata la potenzialità terapeutica dell'olanzapina, farmaco che ha dato buoni risultati in studi condotti su altre patologie di pertinenza psichiatrica, attualmente prescrivibile in Italia solo da parte di medici in ruolo nel servizio sanitario nazionale.
Cassano GB, Miniati M, Pini S, Rotondo A, Banti S, Borri C, Camilleri V, Mauri AM. Six-month open trial of haloperidol as an adjunctive treatment for anorexia nervosa: A preliminary report. International Journal of Eating Disorders, 2003 Mar;33(2):172-7
Malina A, Gaskill J, McConaha C, Frank GK, LaVia M, Scholar L, Kaye WH. Olanzapine treatment of anorexia nervosa: A retrospective study. International Journal of Eating Disorders, 2003 Mar;33(2):234-7
Per quanto riguarda la bulimia, uno studio in "aperto" di prossima pubblicazione, magnifica l'efficacia del topiramato, molecola nata nell'ambito della terapia dell'epilessia il cui uso si è rapidamente allargato all'intero spettro dei disturbi di pertinenza neuopsichiatrica. Lo studio riguarda solo 5 pazienti, ed i miracoli descritti in 3 delle 5 pazienti andranno confrontati con casistiche più ampie.
Barbee JG. Topiramate in the treatment of severe bulimia nervosa with comorbid mood disorders: A case series. International Journal of Eating Disorders, 2003 May;33(4):468-72
Un altro articolo in prossima uscita segnala la tendenza dei pazienti con diagnosi di bulimia al consumo di farmaci "dietetici" o capaci di indurre una temporanea perdita di peso, tendenza , peraltro già nota. Particolarmente preoccupante l'uso di sostanze diuretiche, acquistabili dappertutto negli Stati Uniti, ma non da noi (o sì ? sulla rete è possibile acquistare di tutto). I rischi di tossicità, soprattutto per incauta prescrizione di psicofarmaci quando non sia stato valutato il potenziale di abuso del paziente, sono elevati.
Roerig JL, Mitchell JE, De Zwaan M, Wonderlich SA, Kamran S, Engbloom S, Burgard M, Lancaster K. The eating disorders medicine cabinet revisited: A clinician's guide to appetite suppressants and diuretics. International Journal of Eating Disorders, 2003 May;33(4):443-57